I-CARE NETWORK non solo non si riconosce in nessuna forza politica attuale, ritenendo che esse non siano in grado di operare quei cambiamenti sociali necessari per una inversione di rotta.
Non è tempo di riforme, ma di vere e proprie rivoluzioni!
Purtroppo è facile costatare quanto il mondo del volontariato, nei suoi diversi ambiti, sia diviso, litigioso e ospiti protagonismo e interessi economici nascosti.
Di conseguenza viene qui proposta una lista, ovviamente sintetica e schematica, con un obiettivo specifico per ogni ministero che sia facilmente raggiungibile dal punto di vista giuridico, efficace per un cambio sociale importante, insomma un obiettivo concreto e reale per dare un segnale ai poteri forti.
Un primo passo, quasi banale nella sua semplicità, per una società a difesa dei più deboli….
Forze politiche già esistenti o ancora non nate che non seguano questi minimi approcci vittimologici non solo non verranno appoggiate, ma contrastate in tutti gli ambiti divulgativi creati da I-CARE NETWORK, in primis le oltre 50 conferenze vengono effettuate ogni anno in Italia.
PROGETTI RELATIVI AI DIVERSI MINISTERI COMPETENTI PER:
Interno – Durante la stagione venatoria i morti e i feriti per armi da caccia rendono i cacciatori la categoria percentualmente più pericolosa in Italia per la sicurezza pubblica.
La caccia é percentualmente dieci volte più pericolosa rispetto alla delinquenza media, considerando nella delinquenza media anche mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita.
Un divieto per i cacciatori ad entrare nelle proprietà private e una drastica riduzione delle armi da caccia (statisticamente le più diffuse) sono obiettivi minimi per un impatto significativo sulla sicurezza.
Ambiente – Secondo il panel dell’ambiente delle Nazioni Unite le principali priorità per salvare il pianeta impongono il superamento di 3 tipologie industriali:
1) il settore automobilistico basato sui combustibili fossili e sulle fonti non rinnovabili
2) l’allevamento industriale di animali per la produzione di carne, latticini e uova
3) la produzione industriale basata sulle acciaierie come l’ILVA.
Per quanto possa essere utopistico pensare di cambiare da un giorno all’altro la vita delle persone, un primo ovvio passo fondamentale per ogni politica sostenibile dovrebbe essere quello di NON finanziare ulteriormente attività industriali considerate inaccettabili dalla comunità scientifica.
Pari opportunità – Per quanto riguarda le persone LGBTI (lesbian-gay-bisexual-transgender-intersexual) è urgente il riconoscimento legislativo sia del matrimonio egualitario sia dell’omogenitorialità sia del diritto delle persone a cambiare il proprio genere anagrafico senza essere costrette a sottoporsi a un iter chirurgico che, per coloro che non lo desiderano, costituisce una grave forma di mutilazione.
È d’altronde evidente che un’estensione veramente coerente dei diritti alle persone omosessuali renderebbe superflua l’indicazione del genere in qualsiasi contesto e documento, ed è probabilmente questa la strada più semplice da percorrere.
Sviluppo economico – Un vero rilancio dell’economia non può prescindere da misure che rendano meno vantaggioso impiegare capitali nelle speculazioni finanziarie e incentivino così gli investimenti nelle attività che compongono l’economia reale. I teorici dell’economia hanno messo a punto una varietà di strumenti tecnici utilizzabili a questo fine; il più semplice, e anche quello di più agevole applicazione, è la tassazione delle transazioni finanziarie (la cosiddetta Tobin tax), che rappresenta pertanto una priorità di qualunque programma di risanamento economico.
Lavoro – La crisi economica, cominciata nel 2008, ha avuto un impatto devastante sulla vita e sulle aspettative per il futuro della maggior parte della popolazione del nostro paese: è l’evidente incapacità dell’attuale classe politica di concepire e mettere in atto misure efficaci. Purtroppo questa incapacità non ha nulla di sorprendente: quelle che vengono presentate e imposte come soluzioni alla crisi nascono infatti dall’applicazione ottusa e violenta degli stessi princìpi che hanno generato la crisi stessa.
Il primo di questi princìpi è la subordinazione della politica all’economia: obiettivi come il rientro del debito o il pareggio di bilancio (inserito recentemente come obbligo in una nuova formulazione dell’articolo 81 della Costituzione) vengono perseguiti a prescindere dal loro impatto sulla società e sulla vita delle persone, per mezzo di iniziative profondamente inique come la mercificazione dei beni comuni attraverso le privatizzazioni e le “riforme strutturali” che stanno facendo piazza pulita dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori.
Il secondo è la fiducia acritica nelle istituzioni economiche liberiste, che pure sono le principale responsabili della crisi e del suo perdurare. Il nostro Paese, come tutti quelli dell’UE, ha sacrificato agli interessi del capitale finanziario quelli dei suoi stessi cittadini, ad esempio sperperando somme astronomiche per salvare le banche che, paradossalmente, si sono meritate questo trattamento di riguardo proprio dimostrandosi incapaci di produrre profitto.
Questa situazione incancrenita esige un modello di economia radicalmente nuovo, che anteponga alle considerazioni tecniche princìpi etici di solidarietà e di giustizia sociale, di sostenibilità ambientale, di rifiuto incondizionato dello sfruttamento di umani e animali. Non una “green economy” (termine ormai svuotato di senso), ma un’economia ecologica, in cui il valore supremo sia rappresentato non dal profitto bensì dal rispetto dei lavoratori, dei consumatori, degli animali, dell’ambiente, delle generazioni future.
Giustizia – Progetto prioritario è l’ottenimento di diritti minimi per le vittime di reato. Esiste una proposta di normativa approvata dal Parlamento Europeo che ha l’obiettivo di garantire, in ogni nazione europea, diritti minimi alle vittime. Attualmente infatti la vittima di un reato si trova spesso ad essere meno protetta dalla legge di chi quel reato l’ha commesso.
L’italia non ha mai recepito tale direttiva: DIRECTIVE OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL. Establishing minimum standards on the rights, support and protection of victims of crime http://eurlex.europa.eu/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexplus!prod!CELEXnumdoc&lg=EN&numdoc=32012L0029
Esteri – Una parte dei media e della classe politica fa a gara per vilipendere e demonizzare i migranti. Un’altra parte dei media e della classe politica fa a gara a minimizzare e/o ignorare l’impatto delle migrazioni sulla vita delle popolazioni residenti. Il risultato storicamente è la formazione di estremisti pericolosi che non si chiedono cosa possa spingere qualcuno ad abbandonare la propria terra e i propri affetti e rischiare la vita con la sola prospettiva di raggiungere un paese sconosciuto dove affronterà pregiudizi, discriminazione, miseria e precarietà.
La posizione geografica dell’Italia, che per gran parte della sua storia ne ha fatto la punta avanzata della cultura occidentale, adesso le conferisce un ruolo strategico nella gestione dei fenomeni migratori che si possono iniziare a risolvere solo ed esclusivamente con l’interruzione immediata di politiche economiche che privano le nazioni più povere delle scarse risorse a disposizione. I morti di malnutrizione in varie parti del mondo per carenza di cibo sono l’altra faccia della medaglia dei morti di malnutrizione per eccesso nei paesi sviluppati.
Il 20% del mondo muore, perché consuma l’80% delle risorse planetarie.
L’80% del mondo muore o emigra, perché il restante 20% consuma tutte le risorse.
Difesa – Il nostro Paese è purtroppo all’avanguardia mondiale nella produzione di armi e questo suo primato non è stato intaccato dalla crisi. Questo è forse il caso in cui è maggiormente evidente il contrasto tra i meri indicatori economici e i valori che dovrebbero guidare la politica, vale a dire la sostenibilità e l’eticità; nonostante la produttività economica del settore delle armi, è assolutamente necessario avere il coraggio di riconvertirlo radicalmente, senza distinzione tra armi da guerra e armi da caccia, con la sola eccezione di una quota ridottissima destinata alle forze dell’ordine e al tiro sportivo.
Trasporti – Il problema non è più tecnologico. Ad esempio, esistono veicoli in grado di effettuare il giro del mondo, utilizzando la sola energia solare, senza ricorrere a carburanti o a elettricità alimentata dall’esterno. In assenza di sole tali veicoli hanno al loro interno delle batterie che sono ricaricate dai pannelli. Il responsabile di una delle aziende produttrici ha dichiarato: «è necessario arrivare a una produzione di tipo industriale per poter abbattere i costi e avere così un prodotto acquistabile a un prezzo economico. È necessario cambiare passo, abbandonare le fonti fossili e passare alle fonti di energia rinnovabili e, in particolare, all’energia solare che è una ricchezza da non trascurare».
Agricoltura – Gli alimenti vegetali, consumati incredibilmente poco nella moderna alimentazione, hanno il doppio vantaggio di essere la base della piramide alimentare e della sana ed equilibrata alimentazione e risultano, secondo il panel dell’ambiente delle Nazioni Unite, tra le principali priorità da incrementare per salvare il pianeta.
Un primo ovvio passo fondamentale per ogni politica sostenibile dovrebbe essere quello di dirottare verso coltivazioni biologiche vegetali e con corta filiera produttiva tutti quei finanziamenti attualmente destinati alla produzione di cibi inquinanti e dannosi a livello salutistico.
La diminuzione del costi di alimenti sani, ma consumati in difetto aiuterebbe sia l’economia di tale settore sia il consumo, portandolo a seguire le più avanzate linee guida nutrizionali.
Salute e ricerca scientifica – Sia le normative a tutela della salute pubblica sia la ricerca di base nelle università italiane si basano su un modello di ricerca, la cosiddetta sperimentazione animale o vivisezione, che è automaticamente di “rilevanza animale” viste le differenze genetiche e metaboliche al variare della specie animale.
Modelli di ricerca di “rilevanza umana” sono già disponibili e utilizzabili in diversi centri di ricerca stranieri.
I finanziamenti per la ricerca e la tutela della salute dovrebbero, quindi, andare verso ospedali per ricerche cliniche ed epidemiologiche e non verso stabulari e allevamenti di animali, verso tecnologie di simulazione del metabolismo umano e non verso metodi nati all’inizio del secolo scorso.
Istruzione – Intendiamo favorire politiche per le scuole che abbiano come fondamento il dettato costituzionale di uguaglianza, cooperazione, democrazia e diritto all’istruzione anche per gli adulti (il 12% della popolazione italiana è ancora totalmente analfabeta) che garantiscano graduale, ma reale stabilizzazione ai lavoratori del settore (i precari della scuola, compreso il personale ATA, sono intorno 190.000).
E’ ora che la politica decida che la cultura è anche rilancio economico. In quest’ottica per esempio, dovrà essere riconsiderata anche la situazione drammatica dei teatri italiani di cui centinaia, spesso importanti spazi storici, sono stati costretti a cessare l’attività a causa sia della crisi generale, ma, soprattutto, per la mancanza di una reale volontà di intervento dopo decenni di assegnazione di risorse economiche secondo modalità poco trasparenti.
Diventa quindi prioritario reindirizzare verso attività culturali e di istruzione tutti quei finanziamenti come, ad esempio, il Fondo Unico per lo Spettacolo che elargisce milioni di euro ai circhi con animali, compresi quelli condannati per reati contro gli animali.
Animali – Ogni anno cifre astronomiche di milioni di euro vengono devoluti ai comuni soprattutto del centro-sud Italia per risolvere il vergognoso e pericoloso problema del randagismo.
Le modalità, spesso oscure, di elargizione di questi fondi lasciano facilmente pensare alla reale mancanza di volontà di risolvere il problema e di continuare a finanziare attività spesso collegate a forme di maltrattamento e, in alcuni casi, a veri e proprio canili lager.
I progetti istituzionali basati sull’avviare azioni legali di verifica sulla destinazione dei fondi già elargiti ed eventualmente tentare il loro recupero, iniziando dalle Regioni con il maggiore tasso di randagismo non sono mai stati resi operativi.