ANTIVELENO – Progetto di contrasto all’uso di sostanze neurotossiche

La crescente esposizione a sostanze neurotossiche ambientali degli ultimi decenni ha causato gravi problemi di salute della popolazione mondiale. Alcuni degli agenti neurotossici vengono utilizzati in agricoltura (pesticidi), altri in ambiente urbano (rodenticidi), altri in zone di guerra (armi chimiche) [1].

Gli effetti tossici più comuni nell’uomo sono nausea, cefalea, compromissione della contrattilità mitocondriale, insufficienza circolatoria, insufficienza renale, edema polmonare e morte [2].

ANTIVELENO è una nuova sezione del progetto I-CARE NETWORK che si occupa nello specifico di strategie e assistenza nella sostituzione dell’uso dei tradizionali rodenticidi (i classici veleni per topi), con un approccio scientifico, moderno, non tossico, ecologico e cruelty free.

(In fase di creazione il team di lavoro specifico per i pesticidi).

La pericolosità delle tradizionali esche topicide è dimostrata dal fatto che:

  • sono pericolose per l’uomo (specialmente i bambini), gli animali domestici e selvatici, contaminano il suolo e le acque;
  • nonostante normalmente nelle derattizzazioni vengano applicati cartelli di segnalazione il pericolo per bambini piccoli non seguiti continuamente dai genitori è reale;
  • sono efficaci soltanto per brevi periodi e non risolvono realmente i problemi in quanto i roditori imparano ad evitare le esche o sviluppano una resistenza;
  • le esche agiscono come anticoagulanti, causando a uomini e animali una dolorosa morte;
  • le carcasse degli animali morti per aver ingerito le esche avvelenate sono esse stesse pericolose per la salute pubblica, per gli animali domestici e selvatici, e rappresentano un rischio sanitario non trascurabile;
  • le molecole neurotossiche passano nelle falde e causano danni agli organismi acquatici, contaminano i sedimenti ed alcuni si comportano da distruttori endocrini (interferiscono con il funzionamento del sistema ormonale di molti organismi viventi, uomo compreso);
  • il gusto appettibile aumenta le possibilità di intossicazione sia negli esseri umani che negli animali d’affezione o selvatici;
  • i costi sono sempre abbastanza elevati. La necessità di ripetere le derattizzazioni peggiora ulteriormente e notevolmente il rapporto costi/benefici delle derattizzazioni tradizionali;
  • esistono delle alternative ecologiche e non cruente alla derattizzazione classica.

Soprattutto esiste un approccio, scientifico, moderno e non pericoloso, alle problematiche legate alla presenza di roditori e si divide in più fasi.

Potendosi avvalere di un progetto che considera dati di tipo biologico, ambientale e statistico è possibile intervenire nei cosiddetti “punti critici” per diminuire drasticamente eventuali danni prodotti dalle colonie di roditori. E’ possibile evidenziare come interventi strutturali minimi, e quindi notevolmente vantaggiosi dal punto di vista economico, ma nei posti giusti, siano in grado di creare annullamento o diminuzione della presenza di roditori in maniera definitiva, non inquinante e non cruenta.

Ogni progetto deve, per essere efficace, basarsi su sopralluoghi, raccolta dati, analisi dei punti critici e pianificazione di cambiamenti strutturali e/o utilizzo di dissuasori.

 

 

[1] Neurotoxicology. 2010 Sep;31(5):608-20.

Peaceful use of disastrous neurotoxicants.

Finkelstein Y1, Milatovic D, Lazarovici P, Ophir A, Richter ED, Aschner M, Lecht S, Marcinkiewicz C, Lelkes PI, Zaja-Milatovic S, Gupta RC, Brodsky B, Rosengarten A, Proscura E, Shapira E, Wormser U.

Maroni, M, Colosio, C, Ferioli A, Fait A. Biological monitoring of pesticide

exposure: a review. Toxicology, 2000; 143: 1-118.

 

[2] Forensic Sci Int. 2012 Jan 10;214(1-3):1-6.

Phosphide poisoning: a review of literature.

Bumbrah GS1, Krishan K, Kanchan T, Sharma M, Sodhi GS.

 

J Appl Toxicol. 2011 Aug;31(6):499-505. doi: 10.1002/jat.1692. Epub 2011 May 24.

Aluminum phosphide poisoning: an unsolved riddle.

Anand R1, Binukumar BK, Gill KD.

 

Clin Toxicol (Phila). 2009 Feb;47(2):89-100.

Aluminium and zinc phosphide poisoning.

Proudfoot AT1.

 

Toxicol Rev. 2006;25(4):213-9.

Sodium fluoroacetate poisoning.

Proudfoot AT1, Bradberry SM, Vale JA.

 

Am J Hematol. 2007 Jul;82(7):656-60.

Superwarfarin poisoning: a report of two cases and review of the literature.

Spahr JE1, Maul JS, Rodgers GM.

 

Forensic Sci Int. 2007 Mar 2;166(2-3):85-90.

Lethal paradoxical cerebral vein thrombosis due to suspicious anticoagulant rodenticide intoxication with chlorophacinone.

Papin F1, Clarot F, Vicomte C, Gaulier JM, Daubin C, Chapon F, Vaz E, Proust B.