Dallo scippo allo stupro, dalla rapina all’omicidio, il crimine è ovunque.

Ce lo ricordano quotidianamente i giornali, ce lo fa vedere la televisione. Ciò che nessuno ci mostra, e a cui pochi pensano, è che ciascun atto criminoso viola e sconvolge, a volte per sempre, la vita di una persona.

Questa persona è la vittima.

Sul palcoscenico della giustizia la vittima è la grande assente.

Il reato viene definito e perseguito, non per il danno, non importa quanto grave, che causa a una persona reale e concreta, ma in quanto violazione del principio astratto e impersonale della legge. Il punto di vista della vittima, i suoi interessi, le sue necessità non sono oggetto di particolare considerazione.

Nel nostro ordinamento giuridico, come in quello di tutti i paesi civili, qualsiasi pena ha come finalità la riabilitazione del reo. Ma la vittima, la cui vita è stata spezzata in due da un trauma che spesso si dimostra difficilmente superabile ha bisogno anche lei di sostegno, di aiuto, di riabilitazione; il fatto che non costituisca un pericolo per la società non è certo un motivo legittimo per continuare a lasciarla sola.

È ora di riconoscere che i diritti delle vittime sono doveri della società.